Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

giovedì 29 novembre 2012

Le tracce del nostro passaggio

Firenze, Piazza Ognissanti  © Brillante-Severina
"...non avevamo lasciato che tracce impercettibili del nostro passaggio." Brillat-Savarin 
Firenze, Toscana - Esco dall'hotel cinque stelle nel cui bar ho appena fatto la figura di quella che non aveva i soldi per pagare l'aperitivo e mi precipito nel mio hotel a recuperare il portafogli dimenticato nell'altra borsa (sui tacchi e dopo un gin martini cocktail che avrebbe steso anche James Bond). Nonostante l'imbarazzo per quanto è appena successo, il primo pensiero è per il ristorante dove ho prenotato per cena, devo avvisare che sarò in ritardo di 10-15 minuti. Il ristorante è nello stesso hotel dal quale sono appena uscita e dopo qualche squillo risponde la receptionist. Non riesce a passarmi l'interno del ristorante, occupato, e mi dice di richiamare dopo dieci minuti. Le chiedo se può riferire lei un messaggio davvero breve e mi sento rispondere: "Veloce però..." Lì per lì, complice l'alcol e Freud, collego la risposta sgarbata a quanto è successo al bar e penso "Ma come, sono appena uscita e si è già sparsa la notizia?". Poi mi riprendo (alla receptionist non ho nemmeno ancora detto il mio nome, come potrebbe sapere chi sono?) e faccio notare che la risposta non è gentile, tanto più che telefono per fare una cortesia avvisando che sarò leggermente in ritardo. La ragazza si scusa (e ci mancherebbe). A fine cena sul conto trovo i 12 euro dell'aperitivo più 6 euro per un caffè mai consumato... e senza scuse.

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